Le bottiglie incendiarie tedesche
- AndreaBG
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Le bottiglie incendiarie tedesche
La bottiglia incendiaria o "bomba molotov" è un ordigno semplice quanto iconico le cui origini sembrano risalire alla guerra civile spagnola come espediente anticarro o in qualche conflitto minore in sudamerica.
Al di là dei tanti modelli improvvisati sul campo diversi eserciti decisero di standardizzare e produrre industrialmente le loro bottiglie incendiarie (dall'italiano, al giapponese fino all'inglese ecc...) durante la seconda guerra mondiale, queste sono le brandflasche tedesche.
Si suppone che i tedeschi abbiano adottato queste bottiglie a guerra già ben inoltrata in particolar modo sul fronte orientale, i ritrovamenti sembrano sbucare tutti da Polonia e Germania.
Le bottiglie incendiare tedesche esistono in due diverse misure, ogni bottiglia ha due cavità ai lati per contenere gli accenditori che andavano accesi prima del lancio e che venivano tenuti in posizione da un nastro di carta con scritto "Feuergefährlich" (infiammabile).
Gli accenditori esistevano sia in gomma che in carta e andavano accesi con una fiamma.
Queste sono quelle che possiedo, purtroppo sprovviste di accenditori, la bottiglia più piccola ha l'etichetta rifatta mentre quella grande ha qualche resto dell'originale d'epoca
Ogni bottiglia è marchiata con un numero
Una foto d'epoca, l'accenditore sembra essere in carta
Waffen SS con bottiglie incendiare avvolte da carta protettiva, non so se siano analoghe alle mie postate qui o un modello diverso
La cassa, da un ritrovamento nella foresta di Halbe
Di certo non la migliore arma per fermare un T34/85 ma tutto fa brodo
Al di là dei tanti modelli improvvisati sul campo diversi eserciti decisero di standardizzare e produrre industrialmente le loro bottiglie incendiarie (dall'italiano, al giapponese fino all'inglese ecc...) durante la seconda guerra mondiale, queste sono le brandflasche tedesche.
Si suppone che i tedeschi abbiano adottato queste bottiglie a guerra già ben inoltrata in particolar modo sul fronte orientale, i ritrovamenti sembrano sbucare tutti da Polonia e Germania.
Le bottiglie incendiare tedesche esistono in due diverse misure, ogni bottiglia ha due cavità ai lati per contenere gli accenditori che andavano accesi prima del lancio e che venivano tenuti in posizione da un nastro di carta con scritto "Feuergefährlich" (infiammabile).
Gli accenditori esistevano sia in gomma che in carta e andavano accesi con una fiamma.
Queste sono quelle che possiedo, purtroppo sprovviste di accenditori, la bottiglia più piccola ha l'etichetta rifatta mentre quella grande ha qualche resto dell'originale d'epoca
Ogni bottiglia è marchiata con un numero
Una foto d'epoca, l'accenditore sembra essere in carta
Waffen SS con bottiglie incendiare avvolte da carta protettiva, non so se siano analoghe alle mie postate qui o un modello diverso
La cassa, da un ritrovamento nella foresta di Halbe
Di certo non la migliore arma per fermare un T34/85 ma tutto fa brodo
- kanister
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesce
Solo i tedeschi potevano codificare e produrre in serie un oggetto così improvvisato cone una bomba molotov.
ciao, g.u.
- AndreaBG
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesce
Le bottiglie incendiare prodotte industrialmente e in serie non sono state un'esclusiva tedesca.
Gli inglesi avevano la NO. 76, i finlandesi il loro modello, idem per i sovietici ecc...
Una produzione industriale permetteva di usare miscele infiammabili più efficaci, aggiungendo catrame alla miscela si riusciva a far aderire meglio il fuoco al bersaglio ad esempio.
Una produzione non da campo permettava anche di montare inneschi più elaborati come per la OTO 42 italiana
- Andrea58
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesce
Un argomento che conoscevo ma che non ho mai approfondito. Non sapevo esistessero molotov d'ordinanza
- lukino
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesche
Se non erro avevamo una roba simile anche noi in Africa da utilizzare contro i carri inglesi...era il nostro miglior anticarro.
LUK
LUK
- AndreaBG
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesche
Le bottiglie incendiare italiane usate in nord Africa erano prodotte artigianalmente sul campo.
Si usava come innesco un bengala illuminante o le bombe a mano modello 35.
- lukino
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesche
Grazie AndreaBg! imbattibile l'arte d'arrangiarsi italica...
LUK
LUK
Re: Le bottiglie incendiarie tedesche
Eppure i tedeschi sperimentarono sulla loro pelle l'efficacia delle Molotov sul fronte russo, e ne fecero tesoro a quanto pare.
Devo dire che ne ignoravo l'esistenza di bottiglie Molotov di intendenza, ho sempre pensato a rimedi da campo, interessante.
Devo dire che ne ignoravo l'esistenza di bottiglie Molotov di intendenza, ho sempre pensato a rimedi da campo, interessante.
- Andrea58
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesche
Nella foto delle italiane si nota il tappo a corona che prevede perlomeno la presenza dei tappi medesimi e di una macchinetta manuale per la chiusura. Non proprio rispettosa perciò dell'iconografia della bottiglia e dello straccio
- wyngo
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Re: Le bottiglie incendiarie tedesche
Buona sera...mi associo alla considerazione che i tedeschi codificassero tutto, forse troppo e alla fine hanno prodotto i Tigre con strette verifiche di qualita' alle saldature, fino a quando le verifiche le hanno firmate i russi, appena entrati in fabbrica...tipicamente teutonico.
Un'arma molto temibile per i carristi, specialmente dal punto di vista psicologico...la paura di bruciare vivi era notevole...presumeva comunque di giungere davvero vicini al carro e con una notevole dose di coraggio.
Le varianti sono spesso molto diverse tra loro e vanno dalle semplici bottiglie riempite di carburante, addizionate di gomma, scaglie di sapone da bucato, altri materiali infiammabili o inerti , necessari a far aderire la fiamma al bersaglio, fino a ordigni piu' complessi ( ma creati per sopperire a situazioni di emergenza) come la N°76 inglese ( prodotta nel 41 in milioni di esemplari dietro lo spettro dell'invasione) che prevedeva l'uso dell'ordigno senza fiamma, attivandosi grazie a una piccola percentale di fosforo bianco presente nella miscela.
Complimenti ad Andrea per i pezzi sempre spettacolari che ci propone.
Ciao Francesco
Un'arma molto temibile per i carristi, specialmente dal punto di vista psicologico...la paura di bruciare vivi era notevole...presumeva comunque di giungere davvero vicini al carro e con una notevole dose di coraggio.
Le varianti sono spesso molto diverse tra loro e vanno dalle semplici bottiglie riempite di carburante, addizionate di gomma, scaglie di sapone da bucato, altri materiali infiammabili o inerti , necessari a far aderire la fiamma al bersaglio, fino a ordigni piu' complessi ( ma creati per sopperire a situazioni di emergenza) come la N°76 inglese ( prodotta nel 41 in milioni di esemplari dietro lo spettro dell'invasione) che prevedeva l'uso dell'ordigno senza fiamma, attivandosi grazie a una piccola percentale di fosforo bianco presente nella miscela.
Complimenti ad Andrea per i pezzi sempre spettacolari che ci propone.
Ciao Francesco
L'arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e sistematico lavoro.
Leonardo da Vinci
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