Bomba Aerea da 630 Kg Perforante Dirompente - 630 PD

La bibbia delle bombe d'aereo
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EOD ITALIANO
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Bomba Aerea da 630 Kg Perforante Dirompente - 630 PD

Messaggio da EOD ITALIANO »

Ciao a tutti, girovagando il web ho trovato questa foto, in cui la didascalia dice : Aggancio della speciale bomba perforante antinave collaudata ed utilizzata operativamente col Reggiane Re.2001, qualcuno sa qualcosa oper caso ha dei riferimenti?
Ciao Aldo
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wyngo
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da wyngo »

La bomba in questione, che negli ambienti storici e specialistici di settore ( ma non in quelli militari dedicati, che evidentemente hanno ancora molto da scoprire sulle produzioni nostrane) non è davvero sconosciuta, è stata letteralmente inventata da due piloti di caccia ma andiamo con ordine.
Alla fine del 1940 il Ten. Aldo Galimberti e il Ten. Riccardo Vaccari, che si trovavano in Africa Settentrionale, si posero il problema dei siluri e della loro scarsa efficacia, specialmente contro navi di grosso tonnellaggio.
Si pensa ad un nuovo sistema di attacco da effettuarsi con aerei veloci che, partendo in picchiata da una quota ideale di 4000 - 5000 metri, si sarebbero rimessi in volo orizzontale a una quota di circa 200 metri per poi sganciare la bomba a una distanza non superiore ai 100 metri dalla fiancata della nave prescelta.
La bomba, appunto per l'alta velocità, avrebbe percorso una traiettoria poco meno che orizzontale, colpendo la nave sulla fiancata, perforandola e facendola scoppiare all'interno. In questo modo il danno sarebbe stato nettamente maggiore rispetto ai normali siluri che scoppiano al primo contatto.
Altri vantaggi sarebbero derivati dall'impiego su navi alla fonda che, protette da reti parasiluri o dai bassi fondali del porto, si ritenevano al sicuro da attacchi portati da aerosiluranti, oltre ad un onere minore rispetto ai siluri, al minore numero di personale impiegato e per il costo inferiore degli ordigni.
Galimberti a Vaccari proposero l'idea al Ministero dell’Aeronautica, presentando il 22 giugno 1941 un promemoria a S.E. Bernasconi, che la fece sua, sollevando però qualche dubbio sul tipo di velivolo da impiegare, perchè riteneva la struttura a guscio non adatta a sopportare carichi elevati e inoltre riteneva tale impiego molto rischioso.
Ovviamente nel 1940 era una vera e propria eresia che due piloti proponessero una cosa del genere e anche in altre Aeronautiche, persone troppo avanti per i tempi furono letteralmente messi da parte impedendo cosi', sviluppi geniali che avrebbero potuto avere influenze notevoli sulle operazioni...ma stranamente da noi non ando' cosi'.
Ma i due piloti vennero trasferiti il 14 ottobre a Furbara per realizzare l'idea e per iniziarne anche le prove.
L'aereo da scegliere doveva essere assolutamente un caccia perchè potesse riprendere, appena sganciata la bomba, tutte le sue qualità di manovra e di difesa in caso di attacchi da parte della caccia avversaria, inoltre doveva essere molto robusto e bene armato.
La scelta cadde sui due migliori modelli che, in quel momento, poteva fornire l'industria nazionale:
il Macchi C. 202 e il RE 2001 (Bernasconi avrebbe preferito il CR 42 della FIAT [126 ).
Il Macchi venne però subito scartato perchè il grosso radiatore, montato sotto la fusoliera, non permetteva l'installazione di una grossa bomba.
Il Reggiane, invece, presentava un "ventre liscio" ed era quindi adattissimo allo scopo; inoltre si trattava di un velivolo molto robusto e molto maneggevole.
La Ditta venne incaricata di studiare l'attacco ventrale e, nel frattempo, furono iniziate le prove con uno JU 87.
Occorse oltre un mese per disporre di un bersaglio improvvisato costituito da due lamiere affiancate di m. 4 x 3 e di 70 mm. di spessore sostenuto da un traliccio in legno progettato dagli organi di Fur­bara.
Il 21/11/1941 il Tenente Vaccari poteva finalmente lanciare una bomba da 500 kg. su tale bersaglio che crollava perché colpito in pieno rendendo necessaria l'erezione di un nuovo bersaglio.
Il 3/12/1941: approntato il bersaglio il Tenente Vac­cari con apparecchio Ju.87 lancia una bomba da 500kg normale, che si frantuma contro le corazze.
In tale prova la bomba riportava delle gravi deformazioni e lo squarciamento del fondello.
Veniva però dimostrata la possibilità di colpire il bersaglio e che la bomba da 500kg normale (come già comunicato all'Eccellenza Bernasconi) non era sufficientemente robusta.
Scartata quindi l'idea della bomba da aereo, Vaccari pensa di utilizzare un proietto della Marina da 381mm, con peso di Kg 882, che allora costituiva il massimo calibro impiegato e montato sulle navi da battaglia Vittorio Veneto, Littorio e Roma da 45.000 tonnellate. clap clap clap clap
Vorrei sottolineare che seppure all'oscuro di tutto quello che accadeva nel mondo, Vaccari e i suoi colleghi furono dei veri e propri pionieri anche perche' a Pearl Harbor, il 7 Dicembre del 1941, i giapponesi, con 49 bombardieri Nakajima B5N (al comando diretto del capitano di fregata Fuchida) armati con bombe perforanti da 800 kg ( ricavate da similari proietti perforanti scoppianti della Marina da 356mm, adattati con impennaggi e spolette a breve ritardo), fecero una strage di navi alla fonda.
L'idea della bomba ricavata da una munizione d'artiglieria, venne in un primo momento scartata e solamente le insistenze del Vaccari portarono all'accettazione del progetto, che ebbe il via ufficiale alla fine di dicembre.
Finalmente alla fine di dicembre venne accettato di riprendere in considerazione il progetto e per interessamento del Generale Guglielmetti alla metà di gennaio arrivava a Furbara una prima bomba che venne denominata 630 P.D.
Questa bomba nella sua versione inerte, venne lanciata diverse volte dal Tenente Vaccari contro le corazze e perforava net­tamente i 7 centimetri senza riportare la benché minima graffiatura.
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Contemporaneamente il Centro Sperimentale Furbara doveva fornire una spoletta che rispondesse ai seguenti requisiti:
— ritardo di circa 3" e 1/2;
— nessuna detonazione all'impatto;
— possibilità di funzionamento in acqua;
— sicurezza di funzionamento.
Infatti il genere d'impiego da bassissima quota richiedeva, per il rischio che presentava, un matematico funzionamento della bomba e la sicu­rezza che non scoppiasse all'impatto (come succedeva per i ritardi in dotazione nella misura da 3 al 15% circa) per gli evidenti danni che ne sa­rebbero derivati agli apparecchi attaccanti.
Le esigenze però richiedevano che la bomba contenesse un quantitativo maggiore di esplosivo; ne venne allargata la cavità interna per metterci 120 kg di esplosivo riducendo anche il peso (il metallo ha un peso specifico più alto a parità di volume); l
Si ricorse allora alla tornitura interna del proietto, in modo da mantenere durezza sull'ogiva, per non rischiare la fragilita' della bomba e avere uno spessore decrescente verso la culatta.
Il dispositivo di gancio era elettrico con pulsante sulla cloche e meccanico come riserva.
Inizialmente tre velivoli, prelevati dai CB della 362a Sq. del 22° Gruppo, vennero approntati per l 'attacco alle portaerei ideato dai Tenenti Rinaldo “Aldo” Galimberti e Riccardo Vaccari (da qui le iniziali GV), ma successivamente altri velivoli subirono le stesse modifiche anche se poi non trovarono impiego pratico.
Disponevano di un attacco ventrale rinforzato per poter trasportare la speciale bomba anti nave Perforante Dirompente da 630 Kg.
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La bomba, dotata di comuni impennaggi, come quelle in dotazione ai velivoli da bombardamento, risultava molto instabile e non percorreva la linea ideale voluta dal lanciatore.
Gli impennaggi, infatti, erano anche poco aerodinamici e compromettevano la spinta di perforazione al momento dell'impatto. Presso il Centro Studi di Guidonia si provvide a realizzare un nuovo tipo di impennaggi che diede subito i risultati desiderati.
L'ordigno, finalmente accettato e prodotto in pochissimi esemplari, venne impiegato durante la battaglia di mezz'Agosto da due Re.2001 appositamente modificati per supportare carichi maggiorati.
Raggiunsero una portaerei inglese approfittando della confusione; erano soli, senza scorta, e somigliavano molto ai Sea Hurricane imbarcati.
Così riuscirono senza essere scoperti, a colpire la nave con entrambe le bombe.
Ma una rimbalzò sul ponte corazzato, l'altra fece pochi danni, non è chiaro cosa avvenne (forse trapassò lo scafo oppure rimase inesplosa). Così, in questa prima e unica occasione il successo venne mancato di poco, mentre i caccia rientravano a tutto gas indenni alla loro base.
Non vi saranno altre occasioni d'impiego per la 630PD.
Molti autori, alcuni improvvisati, seppure con passati gloriosi, hanno citato la famosa bomba da 630kg Perforante Dirompente ma non si hanno notizie circa la produzione, i caricamenti e altro...sembra la solita invenzione geniale ma troppo fuori tempo di un illustre italiano, subito nascosta e accuratamente dimenticata.
Rimangono i protagonisti di questo sforzo eccezionale , seppure in un contesto bellico sbagliato e discutibile e di un evento che tutto avrebbe meritato, salvo l'oblio del tempo: i Tenenti Galimberti, Robone , Vaccaro e Petrucco...dei veri italiani, purtroppo dimenticati.
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Ciao Francesco

PS:Con la collaborazione di Ali Reggiane e di assoaeronauticaladispolicerveteri, per i testi.
L'arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e sistematico lavoro.

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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da OLD1973 »

Spettacolare resoconto storico-tecnico!
Lo rileggerò più volte.
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stecol
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da stecol »

Poco da aggiungere, salvo che le bombe ordinate erano in tutto sei e non è noto se la commessa sia stata portata completamente a termine

Se la sorte della bomba di Robone non è certa, Vaccari era sicuro di essere andato a bersaglio, trovando anche il tempo di abbattere un caccia Sea Hurricane.
Sui risultati ottenuti, fermo restando che le armi non sono esplose, ci sono due rapporti forniti dai servizi informazione della R.M. basati a Gibilterra: il primo riferisce di due fori sulla fiancata della portaerei Victoriuos, mentre il secondo parla di una bomba che addirittura giunse fino in sala macchine colpendo uno degli assi delle eliche.

Qualche altra foto (nuove o di migliore qualità [249 ) ...

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Una delle bombe utilizzate per le prove, virtualmente intatta dopo l'impatto.
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Una delle bombe utilizzate per le prove, virtualmente intatta dopo l'impatto.
Una delle bombe utilizzate per le prove, virtualmente intatta dopo l'impatto.
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wyngo
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da wyngo »

L'ordigno, eccezionale nel suo genere e nella sua semplicita', avrebbe meritato ben altri destini, ma ando' cosi'...
Nelle prove come dicevo, venne usato diciamo "crudo", ovvero il semplice proietto con la fascia di sospensione ( nella foto il modello tedesco per Ju87 Stuka con il quale vennero effettuate le prime prove); detta fascia era impiegata per sospendere gli ordigni in orizzontale (ricordando che ancora la maggioranza degli aerei in servizio, quali gli S79, avevano sistemi di sospensione verticali) ed in particolare impiegata dagli Stuka italiani, i Picchiatelli, per utilizzare le bombe italiane e tedesche indistintamente, nel gancio a forcella ventrale, che aveva inoltre la funzione di allontanare la bomba, all'atto dello sgancio, dal radiatore e dall'elica.
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Bombe tedesche con gancio baricentrico e con fascia per la sospensione su Stuka
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Bombe tedesche con gancio baricentrico e con fascia per la sospensione su Stuka
Bombe tedesche con gancio baricentrico e con fascia per la sospensione su Stuka
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BW-photo-Junkers-Ju-87-Stuka-assembly-line-main-center-bomb-release-structure-Dessau-plant-01.jpg
Forcella di rilascio bomba del Ju87 Stuka
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Forcella di rilascio bomba del Ju87 Stuka
Forcella di rilascio bomba del Ju87 Stuka
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Armieri italiani della Regia Aeronautica hanno caricato e stanno armando, una bomba italiana su un Ju87 picchiatello.
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Armieri italiani della Regia Aeronautica hanno caricato e stanno armando, una bomba italiana su un Ju87 picchiatello.
Armieri italiani della Regia Aeronautica hanno caricato e stanno armando, una bomba italiana su un Ju87 picchiatello.
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La 630 PD montata su RE2001GV non aveva bisogno della forcella di rilascio, specificatamente impiegata negli Stuka.
Tornando alla 630PD, possiamo constatare gia' nel prototipo impiegato al tiro a Furbara, l'assenza di ogni tipo di cappuccio (tagliavento ed antirimbalzo) presente nella munizione originale, per limitare la lunghezza della bomba stessa ed in particolare il peso; inoltre è presente il governale particolare, privo del cerchio sugli impennaggi, frutto della progettazione del Centro di Guidonia.
Infine, dettaglio tecnico non trascurabile, nelle foto della bomba pronta al lancio, si puo' notare la predisposizione per l'elica di armamento dell'unica spoletta, posteriore, che colloca l'ordigno nella famiglia delle bombe perforanti pure e non adattate, come era uso nella Regia Aeronautica.

Francesco
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da OLD1973 »

La bomba raffigurata nella penultima foto qui sopra è la versione completa dei due corpi nella terza foto in questo nostro post, bomba mina da 100KG?
viewtopic.php?f=3&t=31310&p=626866&hili ... 14#p626866
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da stecol »

No, si tratta di una Bomba da 250 Kg Mod. 28, con fascia di sospensione speciale per bombardamento in picchiata.
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da OLD1973 »

stecol ha scritto:No, si tratta di una Bomba da 250 Kg Mod. 28, con fascia di sospensione speciale per bombardamento in picchiata.
[264
Mi pare però di vedere che il sistema di ancoraggio del blocco governale è identico/simile. E mi sembra che sia inconsueto come sitema di fissaggio, rispetto agli altri modelli di bomba da aereo. Era riservato ad un tipo particolare di caricamento/effetto?
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da stecol »

Come per la maggior parte delle bombe italiane di medio e grosso calibro il sistema di connessione del governale era basato sul fissaggio dello stesso al corpo bomba tramite viti.
Per riconoscere le bombe di grosso calibro (250,500 e 800 kg) il giochetto è facile: finestrelle ellittiche sul governale e 14 viti di fissaggio ( le due file sfalsate di viti sul corpo bomba servono ad assicurare il fondello al corpo bomba).
Poi c'è il calibro, 44-46 cm per le tutte G.C., e nel caso della 250 la lunghezza totale che è di quasi 190 cm.
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Re: BOMBA AEREO ITALIANA PERFORANTE ANTINAVE

Messaggio da OLD1973 »

stecol ha scritto:Come per la maggior parte delle bombe italiane di medio e grosso calibro il sistema di connessione del governale era basato sul fissaggio dello stesso al corpo bomba tramite viti.
Per riconoscere le bombe di grosso calibro (250,500 e 800 kg) il giochetto è facile: finestrelle ellittiche sul governale e 14 viti di fissaggio ( le due file sfalsate di viti sul corpo bomba servono per assicurare il fondello al corpo bomba).
Poi c'è il calibro, 44-46 cm per le tutte G.C., e nel caso della 250 la lunghezza totale che è di quasi 190 cm.
[264
grazie Stecol
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