Spolette italiane su bombe inglesi???
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
...continua...
Un piccolo errata corrige...il Pistol inglese N°17 e la spoletta antidisturbo N°845, in alcune pubblicazioni in mio possesso, sono citate come impiegate contestualmente ma in molte altre di piu' comune reperibilita' , i testi citano l'impiego congiunto della 845 e del Pistol N°37.
Francesco
Un piccolo errata corrige...il Pistol inglese N°17 e la spoletta antidisturbo N°845, in alcune pubblicazioni in mio possesso, sono citate come impiegate contestualmente ma in molte altre di piu' comune reperibilita' , i testi citano l'impiego congiunto della 845 e del Pistol N°37.
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L'arte è scienza, non si improvvisa e non si accontenta di qualunquistiche e superficiali approssimazioni, anzi richiede un duro e sistematico lavoro.
Leonardo da Vinci
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
Perfetto, riporterò in calce alla prossima revisione del documento la specifica qua sopra ed aggiungerò anche il richiamo che le foto che sono state prese dalla rete a scopo didattico ringraziando i legittimi proprietari.
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
Interrompo la serie delle interessanti spiegazioni di Wingo con un brutta foto di alcuni dei pezzi dei manifesti che dicevo prima: come potete notare solo due sono accostabili fa di loro.
Chissà quando qualcuno pensò bene di trasformare il od i manifesti in tante carpette per documenti.
Chissà quando qualcuno pensò bene di trasformare il od i manifesti in tante carpette per documenti.
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Ultima modifica di kanister il 08/07/2013, 13:49, modificato 1 volta in totale.
ciao, g.u.
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
...continua...
La nutrita schiera delle spolette a lungo ritardo e antimanomissione o antidisturbo, continua con le produzioni del Sol Levante.
I giapponesi nell'impiego dell'arma aerea, cercavano di ottenere principalmente il supporto tattico all'avanzata terrestre, piu' che il bombardamento strategico, come inglesi ed americani; gli aerei in servizio riflettevano questa scelta, ovvero bimotori anche a lungo raggio e con carichi paganti medi e bombe d'aereo di peso medio con qualche eccezzione, una scelta simile a quella sviluppata dall'Italia, con l'eccezzione dello sviluppo, della costruzione e dell'impiego tattico e strategico delle navi portaerei.
L'arma aerea giapponese si divideva in due parti, quella di competenza dell'Esercito ( detta IJAAF) che ricercava la superiorita' aerea, la ricognizione e il contrasto al bombardamento strategico degli Alleati e quella relativa alla Marina ( detta IJNAS ) che si occupava dell'impiego strategico dei gruppi di portaerei e aveva anche diversi gruppi di velivoli basati a terra, per altri impieghi quali la ricognizione navale, la superiorita' aerea e la logistica.
Dati i cattivi rapporti tra Esercito e Marina, si arrivo' durante il conflitto, a livelli inauditi di mancanza di collaborazione, fino ad arrivare ad armare delle portaerei ausiliarie, ricavate da mercantili adattati, quali navi portaerei di scorta con aerei dell'Esercito, per i convogli delle navi cargo che portavano truppe e materiali dell'Esercito, durante le operazioni.
Unica eccezzione all'impiego tattico dell'arma aerea, è stato l'attacco di Pearl Harbour, dove le informazioni e la pianificazione strategica degli obbiettivi, prevedeva di colpire la flotta americana, con bombardieri in quota, in picchiata ed aerosiluranti, privandola subitaneamente delle corazzate e delle portaerei, prima di dichiarare loro guerra...obbiettivo parzialmente fallito, in quanto, casualmente, le portaerei erano fuori in esercitazione.
Gli ordigni in dotazione riflettevano la strategia tattica, quindi ordigni relativamente leggeri, fino a 250 kg, salvo per il citato attacco dove vennero impiegate le pesanti bombe perforanti dell' Aviazione di Marina, da 800 chili, deputate alla penetrazione dei ponti delle corazzate e portaerei ma con solo il 4% di esplosivo.
Inoltre gli ordigni riflettevano la carenza tecnologica e metallurgica dei giapponesi, che avevano bombe con corpi composti ed esplosivisticamente parlando, meno efficienti delle omologhe monoblocco alleate e tedesche...unica eccezzione le citate bombe da 800 kg perforanti, ricavate da munizioni pesanti d'artiglieria navale delle corazzate, modificate e adattate all'uso aereo, dimostratesi notevolmente efficienti, per l'uso per le quali erano state progettate.
Le spolette a lungo ritardo chimico e l'unica antirimozione, erano impiegate anche su bombe di peso relativamente leggero come le 100kg e finanche le 60 kg, molto comuni, ma proprio per questo erano molto temute e rispettate dal personale del Bomb Disposal alleato, americano e australiano in special modo.
Un documento dell'epoca cita che al rinvenimento di un particolate tipo di bomba, che prevedeva la possibilita' di montare queste spolette, il tempo di sicurezza, prima di iniziare le operazioni di bonifica, era di 125 ore !
Stranamente i giapponesi prevedevano anche spolette a lungo ritardo chimico di ogiva o anteriori, nonostante le complicazioni che tale posizionamento comportasse; i documenti dicono che le spolette in questione erano considerate pericolose quanto quelle alloggiate in coda, ovvero rimanevano efficienti e funzionanti anche dopo particolari tipi di impatto( scogliere coralline, rocce vulcaniche, principalmente costituenti il terreno del teatro del Pacifico )
Quasi tutti, questi dispositivi erano completati di congegni che ne impedivano meccanicamente lo svitamento, anche se spesso non provocavano l'esplosione dell'ordigno.
Infine una spoletta di coda, semplicemente pensata per colpire il personale addetto alla bonifica.
All'impatto o in volo, la spoletta non aveva alcun funzionamento ma le operazioni di rimozione, per svitamento, portavano subitaneamenta all'esplosione dell'ordigno.
Ciao Francesco
...continua...
La nutrita schiera delle spolette a lungo ritardo e antimanomissione o antidisturbo, continua con le produzioni del Sol Levante.
I giapponesi nell'impiego dell'arma aerea, cercavano di ottenere principalmente il supporto tattico all'avanzata terrestre, piu' che il bombardamento strategico, come inglesi ed americani; gli aerei in servizio riflettevano questa scelta, ovvero bimotori anche a lungo raggio e con carichi paganti medi e bombe d'aereo di peso medio con qualche eccezzione, una scelta simile a quella sviluppata dall'Italia, con l'eccezzione dello sviluppo, della costruzione e dell'impiego tattico e strategico delle navi portaerei.
L'arma aerea giapponese si divideva in due parti, quella di competenza dell'Esercito ( detta IJAAF) che ricercava la superiorita' aerea, la ricognizione e il contrasto al bombardamento strategico degli Alleati e quella relativa alla Marina ( detta IJNAS ) che si occupava dell'impiego strategico dei gruppi di portaerei e aveva anche diversi gruppi di velivoli basati a terra, per altri impieghi quali la ricognizione navale, la superiorita' aerea e la logistica.
Dati i cattivi rapporti tra Esercito e Marina, si arrivo' durante il conflitto, a livelli inauditi di mancanza di collaborazione, fino ad arrivare ad armare delle portaerei ausiliarie, ricavate da mercantili adattati, quali navi portaerei di scorta con aerei dell'Esercito, per i convogli delle navi cargo che portavano truppe e materiali dell'Esercito, durante le operazioni.
Unica eccezzione all'impiego tattico dell'arma aerea, è stato l'attacco di Pearl Harbour, dove le informazioni e la pianificazione strategica degli obbiettivi, prevedeva di colpire la flotta americana, con bombardieri in quota, in picchiata ed aerosiluranti, privandola subitaneamente delle corazzate e delle portaerei, prima di dichiarare loro guerra...obbiettivo parzialmente fallito, in quanto, casualmente, le portaerei erano fuori in esercitazione.
Gli ordigni in dotazione riflettevano la strategia tattica, quindi ordigni relativamente leggeri, fino a 250 kg, salvo per il citato attacco dove vennero impiegate le pesanti bombe perforanti dell' Aviazione di Marina, da 800 chili, deputate alla penetrazione dei ponti delle corazzate e portaerei ma con solo il 4% di esplosivo.
Inoltre gli ordigni riflettevano la carenza tecnologica e metallurgica dei giapponesi, che avevano bombe con corpi composti ed esplosivisticamente parlando, meno efficienti delle omologhe monoblocco alleate e tedesche...unica eccezzione le citate bombe da 800 kg perforanti, ricavate da munizioni pesanti d'artiglieria navale delle corazzate, modificate e adattate all'uso aereo, dimostratesi notevolmente efficienti, per l'uso per le quali erano state progettate.
Le spolette a lungo ritardo chimico e l'unica antirimozione, erano impiegate anche su bombe di peso relativamente leggero come le 100kg e finanche le 60 kg, molto comuni, ma proprio per questo erano molto temute e rispettate dal personale del Bomb Disposal alleato, americano e australiano in special modo.
Un documento dell'epoca cita che al rinvenimento di un particolate tipo di bomba, che prevedeva la possibilita' di montare queste spolette, il tempo di sicurezza, prima di iniziare le operazioni di bonifica, era di 125 ore !
Stranamente i giapponesi prevedevano anche spolette a lungo ritardo chimico di ogiva o anteriori, nonostante le complicazioni che tale posizionamento comportasse; i documenti dicono che le spolette in questione erano considerate pericolose quanto quelle alloggiate in coda, ovvero rimanevano efficienti e funzionanti anche dopo particolari tipi di impatto( scogliere coralline, rocce vulcaniche, principalmente costituenti il terreno del teatro del Pacifico )
Quasi tutti, questi dispositivi erano completati di congegni che ne impedivano meccanicamente lo svitamento, anche se spesso non provocavano l'esplosione dell'ordigno.
Infine una spoletta di coda, semplicemente pensata per colpire il personale addetto alla bonifica.
All'impatto o in volo, la spoletta non aveva alcun funzionamento ma le operazioni di rimozione, per svitamento, portavano subitaneamenta all'esplosione dell'ordigno.
Ciao Francesco
...continua...
Ultima modifica di wyngo il 08/07/2013, 14:07, modificato 1 volta in totale.
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
...non interrompi nulla Kanister, welcome ...molto interessante il tuo contributo, non avevo mai visto manifesti simili.
Francesco
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
Per me sarebbe invece stata cosa gradita trovare un manifesto completo. Appeso in magazzino ci sarebbe stato proprio bene.wyngo ha scritto:...non interrompi nulla Kanister, welcome ...molto interessante il tuo contributo, non avevo mai visto manifesti simili.
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
...bel lavoro di ricerca, anche se per l'onore di cronaca, abbiamo detto e mi fa piacere ripetere, che tale ipotesi è stata precedentemente formulata in altra sede e da un'altro utente.stecol ha scritto:Tornando un attimo all'origine della discussione, sembra confermato che il marchio "LECCO" corrisponde effettivamente alla "The Lake Erie Chemical Company" di Cleveland in Ohio (USA) ed era una sussudiaria del Smith & Wesson:
http://www.trademarkia.com/lecco-72157382.html
http://www.trademarkia.com/map/lecco-72157382.htm
Questi sono alcuni dei suoi prodotti "tipici":
http://www.fightingknives.info/Collecti ... fault.aspx
Ciao
Stefano
Il misterioso acronimo è stato debellato!
Grazie "semplice appassionato" , adesso anche Collaboratore ...e mi fermo qui!
Francesco
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
kanister ha scritto:Per me sarebbe invece stata cosa gradita trovare un manifesto completo. Appeso in magazzino ci sarebbe stato proprio bene.wyngo ha scritto:...non interrompi nulla Kanister, welcome ...molto interessante il tuo contributo, non avevo mai visto manifesti simili.
Francesco
...immagino, adesso comunque la voce si è sparsa e nel mio piccolo, contribuiro' a spargerla ancora di piu'...chissa' se magari da qualche magazzino polveroso o in un mercatino, verra' fuori qualche sorpresina!
Francesco
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
Eniac ha scritto:Perfetto, riporterò in calce alla prossima revisione del documento la specifica qua sopra ed aggiungerò anche il richiamo che le foto che sono state prese dalla rete a scopo didattico ringraziando i legittimi proprietari.
...sapendo di essere OT, ti segnalo che le didascalie non si rendono visibili e negli ultimi interventi le ho volontariamente omesse...se la Direzione potesse fare qualcosa, sarebbe utile per tutti gli utenti.
Grazie anticipatamente.
Francesco
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Re: Spolette italiane su bombe inglesi???
Si Francesco, avevo gia notato questo problema , purtroppo è un bug del sistema che al momento non mi è ancora riuscito di correggere , spero venga superato con la prossima revisione , purtroppo al momento non mi riesce di sistemare la cosa , mi dispiace.
P.S.
Quello che posso fare è copiare dal pannello amministratore le didascalie che hai messo nelle altre foto e riportarle manualmente una per una sotto le foto...stasera provvederò.
P.S.
Quello che posso fare è copiare dal pannello amministratore le didascalie che hai messo nelle altre foto e riportarle manualmente una per una sotto le foto...stasera provvederò.
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